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mercoledì 14 settembre 2011

Rivendicando una scuola pubblica

Striscione all'ingresso della EOI di Goya
Ebbene la lotta tra i professori della Comunidad di Madrid e la Consejería de Educación è appena iniziata. Fino adesso ci sono state accuse (i professori sono dei nullafacenti e lavorano solo 20 ore settimanali) e smentite, assemblee, riunioni e comunicati da parte di entrambe le fazioni. Nella foto il polemico striscione che i professori della Escuela Oficial di Goya (Madrid) sono stati costretti a ritirare dalla facciata della loro scuola perché stamane Esperanza Aguirre avrebbe dovuto inaugurare un istituto proprio lì vicino. Insomma, i professori delle scuole elementari, medie, superiori e di lingue di Madrid hanno il dente avvelenato perché li si costringe a insegnare due ore settimanali in più (con il conseguente ed oneroso aumento degli alunni, delle lezioni da preparare, degli esami da correggere) solo per evitare di assumere più di 3000 professori precari che quest'anno resteranno a casa, o al massimo a fare la fila all'ufficio di collocamento. In questo modo la Consejería risparmierebbe circa 80 milioni di euro. Se si riduce l'organico delle scuole di conseguenza si riducono le classi, però purtroppo gli alunni iscritti sono aumentati. Che si fa? Si eliminano le ore di attenzione personalizzata, gli sdoppiamenti, le ore di sostegno, ecc. Detto fatto e presto risolto. Per esempio, nelle Escuelas Oficiales de Idiomas la fascia oraria più richiesta dagli studenti lavoratori che vogliono imparare una lingua è quella serale. Se si eliminano i professori non si possono offrire tanti corsi in quella fascia e quindi succede che spesso su 3000 persone che vogliono studiare l'italiano, per dirne una, solo 30 avranno la fortuna di iscriversi. Insomma, la scuola pubblica ha subito numerosi tagli da un po' di tempo a questa parte e pare che la nuova direzione degli aiuti e delle sovvenzioni punti sulla privata (solo il 52% degli studenti frequenta a Madrid la scuola pubblica, il resto della torta se la spartiscono la scuola privata e quella parificata). Alunni della scuola pubblica, studenti di italiano, lettori del blog e qualsivoglia persona interessata, bisogna rivendicare l'importanza di una scuola pubblica per tutti che possa contare sulle dovute risorse umane e materiali necessarie per crescere e per assicurare un degno futuro alle prossime generazioni. Per ulteriori informazioni consultate pure questa pagina o il blog dell'APEOIM.

3 commenti:

Fabrizio Ruggeri ha detto...

Cara Paola, il problema mi sembra gravissimo ma ho l'impressione che, sopratutto qui a madrid, la gente non si rende conto che fomentare la scuola privata significa creare ghetti. Ghetti in cui se hai le possibilità economiche vai avanti e se nono li hai, ti arrangi. L'altro giorno leggevo un bel libro di Tullio De Mauro che s'intitola "La Cultura degli Italiani e diceva il buon Tullio: "Certo, è vero, i buoni professori costano, formare buoni professori costa molto allo Stato, creare buone infrastrutture anch'esso costa molto: ma quanto costa allo Stato e alla Societá un delinquente? Quanto costa alla società un disadattato, che inizia il suo malessere sociale perché non ha potuto ricevere una buona formazione?"
Fabrizio

Alessandra Finoia ha detto...
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Alessandra Finoia ha detto...

La situazione è riprovevole soprattutto se si pensa alle ripercussioni sulle scuole pubbliche madrilene di "educazione speciale", un nome singolare che a noi italiani forse ci crea un certo sconcerto perché ci riporta all'idea dei ghetti, dei manicomi o cose del genere, che sono spariti in Italia negli anni '70.
E in realtà di ghetti si tratta, la Spagna è un paese dove non esiste integrazione completa, come in Italia, per cui i bambini diversamente abili sono relegati ad istituti speciali dove, invece di imparare grazie all'emulazione e al buon esempio di chi è più fortunato, passano gran parte della giornata tra i propri simili, isolati completamente dal resto della società.
Ebbene, cosa implicano questi nuovi tagli nel settore dell'istruzione?
Famiglie con bambini costretti sulla sedia a rotelle non possono più usufruire neanche del servizio di pulmanino gratuito che, fino ad un anno fa, fermava vicino casa loro. Ora, purtroppo, devono spingere le carrozzelle anche per un chilometro, sotto il sole, la pioggia, il vento...
Mi piange il cuore quando vedo queste situazioni limite.
Al contrario, le scuole parificate usufruiscono di grosse sovvenzioni da parte della Comunidad di Madrid. Quelle stesse scuole semi-private che si permettono di discriminare, di scegliersi gli alunni in base alle capacità, di selezionare gli studenti, possono poi tranquillamente usufruire di un rimborso totale delle spese di mensa, trasporto, ecc. ecc.
In Italia saremmo al limite della legalità, ma qui?
E intanto si spende e si spande in feste popolari... Tra poco nel mio centro, Las Rozas, inizieranno giorni infernali di encierros, spettacoli, confusione e fuochi d'artificio. E chi li paga?
Certamente i contribuenti, tanto si è tagliato già sull'istruzione!